Il nostro Metodo

Un approccio evolutivo ed integrato

Il Metodo Mindful Learning Academy nasce dall’incontro tra scienza, pratica trasformativa e visione umanistica.
Non si limita a proporre strumenti di benessere superficiali, ma attiva un cambiamento reale, che coinvolge persone, team e intere organizzazioni.

  • È evidence-based: fondato su basi scientifiche chiare e aggiornate.

  • È trasformativo: lavora in profondità su culture, mindset e comportamenti, evitando logiche di “washing wellbeing”.

  • È inclusivo e umanistico: tiene conto della complessità dell’esperienza umana.

  • È sistemico: genera impatto su individui, gruppi e organizzazioni nel loro insieme.

  • È personalizzabile: ogni percorso viene adattato alle sfide e ai bisogni reali del contesto.

Un nuovo modo di pensare alla cultura organizzativa e alla leadership

Viviamo in un’epoca segnata da fragilità sistemica e complessità crescente. I modelli tradizionali non bastano più: i contesti organizzativi non sono solo VUCA (volatili, incerti, complessi, ambigui), ma anche BANI (fragili, ansiosi, non lineari e difficili da decifrare).

In questo scenario, non è sufficiente ottimizzare processi o aggiornare competenze: serve una trasformazione profonda, che tocchi identità, relazioni e senso del lavoro.

Il Metodo MLA nasce per accompagnare questo passaggio, offrendo:

  • pratiche esperienziali e scientificamente fondate,

  • strumenti che rafforzano consapevolezza e coerenza,

  • una visione umanistica che rende le organizzazioni luoghi di apprendimento, cura e innovazione.

Non si tratta di adattarsi passivamente al cambiamento, ma di imparare a guidarlo da dentro, con più presenza, lucidità e responsabilità condivisa.

Mindfulness Autentica e Sociale

La mindfulness che proponiamo non è tecnica veloce né moda passeggera, ma pratica autentica e trasformativa. Una via che coltiva presenza, fiducia e responsabilità condivisa, portando consapevolezza nelle relazioni e nelle organizzazioni.

La mindfulness non è una moda. Non è una tecnica veloce per “gestire lo stress” né un tool da inserire nei pacchetti di welfare aziendale per migliorare la produttività.
Questa versione semplificata e strumentale è ciò che viene oggi chiamato McMindfulness: un uso commerciale e depotenziato della pratica, scollegato dai suoi valori fondamentali di consapevolezza, compassione e trasformazione etica.

Noi proponiamo una via diversa: una mindfulness autentica, sociale e trasformativa.

Siamo insegnanti accreditati di mindfulness, con anni di pratica personale, studio e supervisione continua.
Ci formiamo e lavoriamo in coerenza con le linee guida internazionali per l’insegnamento della mindfulness, in particolare il framework MBI-TAC – Mindfulness-Based Interventions: Teaching Assessment Criteria, sviluppato per garantire qualità, integrità e competenza nei percorsi mindfulness-based.

Cosa intendiamo per mindfulness autentica

È la capacità di essere presenti con consapevolezza, curiosità e gentilezza, verso di sé, verso gli altri e verso il contesto.
Ma non ci fermiamo alla sfera individuale: portiamo la mindfulness nel cuore delle relazioni e dei sistemi organizzativi.

Parliamo di social mindfulness, perché crediamo che la consapevolezza sia una competenza relazionale, non solo personale.
Allenare la presenza significa anche imparare ad ascoltare, regolare le proprie reazioni, rimanere lucidi nei conflitti, riconoscere l’impatto che abbiamo sugli altri.
Questa qualità di presenza attiva fiducia, intelligenza collettiva e ambienti più sicuri, generativi, sostenibili.

Mindfulness al lavoro: cosa cambia davvero

La mindfulness, integrata nei contesti lavorativi in modo serio e consapevole, permette di:

  • Ridurre il rumore mentale e l’iperreattività
  • Prendere decisioni con maggiore centratura e lucidità
  • Coltivare relazioni più sane, fondate sull’ascolto e sulla fiducia
  • Aumentare la capacità di stare nel cambiamento, senza esserne travolti
  • Riconoscere e regolare le emozioni, anche nei momenti critici
  • Rafforzare la coerenza tra valori e azioni, soprattutto per chi ha responsabilità di leadership

Perché portare la mindfulness in azienda

Viviamo nell’epoca dell’economia dell’attenzione, dove tutto – piattaforme, notifiche, contenuti – compete per frammentare la nostra concentrazione.
Nel lavoro, questo si traduce in:

  • Overload informativo
  • Saturazione decisionale
  • Disconnessione emotiva
  • Calo di motivazione e lucidità strategica

In contesti segnati da VUCA e BANI – volatilità, incertezza, complessità, ambiguità, ma anche fragilità, ansia e non linearità – la presenza consapevole diventa una delle risorse più strategiche.
Allenare l’attenzione consente di ritrovare spazio mentale, fare scelte più chiare, abitare relazioni più autentiche e riconnettersi al senso profondo del lavoro.

Organizzazioni che coltivano attenzione, ascolto e lucidità diventano:

  • più adattive,
  • più sostenibili,
  • più capaci di generare fiducia e innovazione anche nei momenti difficili.

La mindfulness, se insegnata in modo autentico, non è una tecnica, ma una leva culturale.
Cambia il modo in cui si lavora, si decide, si guida.

Inner Development Goals

Gli IDGs sono il framework internazionale che sviluppa 23 competenze interiori per affrontare la complessità e sostenere la sostenibilità. Offrono alle organizzazioni strumenti concreti per crescere dall’interno e generare impatto reale.

Gli IDGs sono le competenze interiori per la trasformazione organizzativa

Siamo un Hub ufficiale italiano degli Inner Development Goals, il framework internazionale nato per supportare la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU (SDGs) attraverso lo sviluppo delle capacità umane interiori.

Gli IDGs definiscono 23 competenze fondamentali, suddivise in cinque dimensioni interconnesse:

  • Essere: consapevolezza, integrità, equilibrio
  • Pensare: visione critica, consapevolezza della complessità, prospettiva sistemica
  • Relazionarsi: empatia, comunicazione autentica, umiltà
  • Collaborare: fiducia, co-creazione, influenza etica
  • Agire: coraggio, creatività, responsabilità

Queste non sono semplici “soft skills”. Sono competenze trasformative, alla base di una leadership rigenerativa e di organizzazioni capaci di adattarsi in modo sostenibile e inclusivo alla complessità del presente.

Perché ci basiamo sugli IDGs

La nostra esperienza nel campo dello sviluppo personale e organizzativo ci ha mostrato che il cambiamento sostenibile nasce dall’interno. Gli IDGs offrono un linguaggio comune e una mappa evolutiva per attivare trasformazioni culturali profonde, sia nei leader che nei team.

Non basta conoscere i problemi. È necessario sviluppare capacità interiori per affrontarli:

  • saper reggere l’ambiguità,
  • connettersi empaticamente agli altri,
  • agire con visione e coraggio anche nei momenti di incertezza.

I nostri programmi integrano gli IDGs con metodi esperienziali, riflessivi e trasformativi, basati su pratiche validate (tra cui mindfulness, coaching sistemico, facilitazione rigenerativa).

 

Un modello di riferimento: l’Education Tree

Ci ispiriamo al modello dell’Education Tree, sviluppato da Christine Wamsler e colleghi, che integra le dimensioni dell’inner development con quelle della trasformazione sistemica.

L’albero dell’educazione rappresenta tre livelli di apprendimento:

  • Ontologico: chi siamo e come vediamo il mondo
  • Epistemologico: cosa sappiamo e come lo apprendiamo
  • Pratico: cosa facciamo e come lo mettiamo in atto

Nel nostro approccio, lavoriamo su tutte e tre le dimensioni per aiutare persone e organizzazioni a spostarsi da paradigmi reattivi e meccanicistici verso paradigmi relazionali, interconnessi e rigenerativi.

 

Perché portare gli IDGs in azienda

In un contesto segnato da sovraccarico informativo, distrazioni continue e crisi di senso, lo sviluppo interiore non è più un “nice to have”. È una leva strategica per la sostenibilità.

Le organizzazioni operano oggi nell’economia dell’attenzione e in ecosistemi VUCA e BANI (Volatili, Incerti, Complessi, Ambigui – e anche Fragili, Ansiosi, Non-lineari, Incomprensibili). In questo scenario, la capacità di orientarsi con presenza, lucidità e integrità è un asset cruciale.

Gli Inner Development Goals (IDGs) offrono un framework operativo per radicare la trasformazione culturale e supportare concretamente gli obiettivi ESG, in particolare nella dimensione Social (benessere, inclusione, cultura organizzativa) e Governance (leadership etica, partecipativa, rigenerativa).

Integrare gli IDGs in azienda permette di:

  • Allineare la cultura interna ai valori ESG, con pratiche che sviluppano consapevolezza, responsabilità e impatto positivo
  • Sostenere la motivazione e il benessere a lungo termine, creando ambienti di lavoro umani e generativi
  • Promuovere processi decisionali inclusivi ed etici, basati su ascolto, prospettiva sistemica e visione critica
  • Potenziare la leadership trasformativa, capace di accompagnare persone e team nei cambiamenti complessi
  • Preparare le persone alla sostenibilità, fornendo competenze interiori chiave per attivare il cambiamento

Mentre la mindfulness sviluppa la presenza e la qualità relazionale nel quotidiano, gli IDGs offrono una cornice strategica per lo sviluppo umano coerente con gli standard di sostenibilità e innovazione sociale.

In sintesi, portare gli IDGs in azienda significa investire nelle capacità umane che rendono possibile ogni altra trasformazione: organizzativa, culturale, ambientale e sociale.

 

 

 

 

Psicologia Positiva e delle Organizzazioni

Il benessere non è un benefit, è un diritto e un pilastro della sostenibilità. Con la psicologia positiva trasformiamo le organizzazioni in luoghi dove le persone fioriscono, rafforzando motivazione, relazioni e performance.

Dal benessere individuale alla cultura della positività

In Mindful Learning Academy adottiamo l’approccio dei Chief Happiness Officer per portare il benessere al centro della cultura organizzativa.
Non come optional, ma come diritto, leva strategica e responsabilità collettiva.

Crediamo che ogni persona abbia il diritto di lavorare in un contesto che la riconosca, sostenga e valorizzi, permettendole di contribuire con senso e autenticità. E crediamo che il business più efficace sia quello che sa coniugare risultati e umanità, strategia e relazioni.

Il nostro lavoro parte da una convinzione: il benessere non è un benefit, è un pilastro della sostenibilità culturale, economica e sociale delle organizzazioni.

Perché portare la Psicologia Positiva in azienda

In un’epoca di crisi motivazionale, burnout diffuso e crescente disconnessione, le organizzazioni hanno bisogno di nuovi modelli per attivare energia positiva e sostenibile.

La psicologia positiva fornisce strumenti concreti, basati su evidenze scientifiche, per:

  • Sviluppare ambienti di lavoro sani, dove le persone possano fiorire e contribuire con autenticità
  • Rafforzare il senso di appartenenza, il riconoscimento e l’engagement profondo
  • Integrare il benessere nei processi strategici, influenzando performance, retention, innovazione e creatività
  • Contrastare i costi invisibili (ma enormi) di demotivazione, conflitti, turnover silenzioso, stress cronico
  • Uscire da modelli manageriali reattivi o “giurassici”, aprendo spazi a una leadership consapevole, empatica e rigenerativa

Cosa porta nelle organizzazioni

I nostri interventi basati sulla psicologia positiva aiutano a:

  • Integrare le dinamiche umane nei processi decisionali e organizzativi
  • Favorire sicurezza psicologica, gratitudine, agency e motivazione intrinseca
  • Creare climi organizzativi generativi, che facilitano collaborazione, fiducia e sostenibilità interna
  • Coltivare il senso del lavoro, come leva motivazionale profonda e driver di innovazione

Il benessere non è un lusso. È un requisito per evolvere

Sostenere la fioritura delle persone è il modo più strategico per costruire organizzazioni capaci di affrontare la complessità, rigenerarsi e ispirare il cambiamento.
Portare la psicologia positiva al lavoro significa prototipare un nuovo modo di fare impresa: più equo, più umano, più efficace.

Neuroscienze Affettive e Approccio Trauma-Informed

La sicurezza emotiva è la base per apprendere, decidere e guidare. Le neuroscienze affettive mostrano come ambienti sicuri attivino creatività, lucidità e collaborazione, prevenendo stress cronico e burnout.

Sicurezza emotiva come base per apprendere, decidere e guidare

Le neuroscienze affettive mostrano che il cervello umano non distingue tra minacce sociali ed esperienze fisiche di pericolo.
In contesti lavorativi percepiti come insicuri — anche solo per mancanza di ascolto, giudizio implicito o relazioni disconnesse — il sistema nervoso entra in modalità di difesa. Questo riduce drasticamente l’accesso alle risorse cognitive superiori: apprendimento, creatività, pensiero critico, regolazione emotiva.

Nel nostro metodo, adottiamo una prospettiva trauma-informed, che riconosce l’impatto dello stress relazionale cronico e costruisce ambienti emotivamente sicuri.
Non si tratta solo di “proteggere”, ma di creare condizioni abilitanti, in cui le persone possano sentirsi viste, accolte e capaci di contribuire pienamente.

Un aspetto distintivo del nostro approccio è la distinzione tra:

  • Empatia: sentire ciò che l’altro prova (coinvolgimento emotivo)
  • Compassione: riconoscere la difficoltà altrui e rispondere in modo utile, intenzionale, presente ed equilibrato, mantenendo stabilità emotiva e lucidità

La compassione, nei contesti professionali, è una competenza cruciale.
Aiuta a prevenire il burnout da sovraccarico emotivo, promuove connessioni sane e genera risposte efficaci anche nei momenti di crisi o incertezza.
È una qualità chiave per una leadership rigenerativa, capace di guidare con umanità senza perdere centratura.

Perché portare le neuroscienze affettive in azienda

Oggi le organizzazioni operano in ambienti ad alta pressione, in cui lo stress relazionale, l’insicurezza psicologica e la disconnessione emotiva impattano direttamente su:

  • Performance e apprendimento
  • Retention e engagement
  • Qualità della leadership e collaborazione

Portare in azienda le neuroscienze affettive e un approccio trauma-informed significa:

  • Costruire ambienti emotivamente sicuri, dove le persone possano pensare con chiarezza, agire con creatività e apprendere con apertura
  • Riconoscere i segnali del corpo e del sistema nervoso come strumenti di autoregolazione e guida relazionale
  • Allenare la compassione organizzativa, per gestire crisi, conflitti e cambiamenti con equilibrio e presenza
  • Prevenire stress cronico, fatigue empatica e burnout, favorendo benessere sostenibile nel tempo
  • Rendere il clima relazionale un asset strategico, non un fattore accessorio

In un mondo del lavoro sempre più interdipendente, complesso e instabile, la sicurezza emotiva non è un lusso: è una condizione di efficacia.

Esercizi di Futuri e di Reinvenzione

Non basta reagire al cambiamento: serve immaginare possibilità nuove e allenare la capacità di reinventarsi. Con i nostri strumenti di futures literacy aiutiamo persone e team a co-creare futuri desiderabili e sostenibili.

Superare le narrazioni bloccate, immaginare possibilità nuove

Molte organizzazioni si muovono ancora all’interno di futuri usati: scenari ripetuti, lineari, costruiti su logiche del passato.
Questi futuri non raccontano ciò che potrebbe essere, ma ciò che è già stato: versioni aggiornate del già noto, spesso incapaci di generare visione, coinvolgimento e innovazione reale.

Nel nostro approccio, aiutiamo persone e team a interrompere queste narrazioni dominanti e ad allenare due competenze oggi essenziali:

  • L’immaginazione trasformativa: la capacità di vedere oltre l’ovvio, di generare possibilità nuove e di costruire significati condivisi nei momenti di incertezza.
  • La capacità di reinvenzione:, è “la capacità continua di adattarsi e riprogettarsi prima che il contesto lo imponga”.
    Non si tratta di reagire al cambiamento, ma di anticiparlo con creatività, coraggio e coerenza. Reinventare non è rebranding: è trasformazione profonda e intenzionale.

Utilizziamo strumenti concreti per attivare queste competenze:

  • Foresight culturale, per leggere segnali deboli e tendenze emergenti
  • Esercizi di immaginazione organizzativa, per riscrivere identità, visione e senso
  • Narrazione strategica, per costruire storie che mobilitano le persone
  • Scenari co-costruiti, per esplorare alternative possibili e sostenibili

Non per predire il futuro, ma per preparare nuovi modi di essere, lavorare e collaborare.
Per passare da una cultura del controllo a una cultura della possibilità.

 

Perché portare la Futures Literacy in azienda

Secondo l’UNESCO, la futures literacy — l’alfabetizzazione ai futuri — è una competenza chiave del XXI secolo.
Significa sviluppare la capacità di immaginare attivamente scenari alternativi, decostruire aspettative inconsapevoli e usare il futuro come risorsa per agire con più consapevolezza nel presente.

In azienda, questa competenza diventa strategica per:

  • Riconoscere e superare le narrazioni obsolete che bloccano l’innovazione
  • Prepararsi all’incertezza con flessibilità mentale e visione aperta
  • Coinvolgere le persone nella co-costruzione di futuri desiderabili
  • Attivare processi di cambiamento più inclusivi, creativi e sostenibili
  • Passare da una leadership reattiva a una leadership anticipante, capace di generare senso e direzione anche in contesti ambigui

Portare la futures literacy in azienda non è un esercizio creativo opzionale, ma un investimento culturale:
per affrontare un mondo VUCA e BANI, serve saper vedere il nuovo prima che diventi ovvio — e costruirlo insieme, prima che sia troppo tardi.

Mindful Desing e Humanity-Centered Desing

Progettare con consapevolezza e umanità significa andare oltre la funzionalità. Il mindful design integra ascolto, valori e relazioni, creando soluzioni che fanno bene alle persone e alle organizzazioni.

Progettare con consapevolezza e umanità

Il nostro modo di progettare nasce da una domanda essenziale:
“Cosa rende un’esperienza veramente significativa per le persone che la vivono?”

Il mindful design integra pratiche di consapevolezza, ascolto profondo e attenzione al contesto per progettare non sulle persone, ma insieme alle persone. A differenza dei modelli standard centrati solo sull’utente o sulla funzione, adottiamo un approccio humanity-centered, che considera la persona nella sua interezza: emozioni, relazioni, valori, vissuto culturale.

Nel nostro metodo, la progettazione non è un processo tecnico, ma un atto relazionale.
Ogni soluzione nasce da spazi di co-creazione dove la presenza, la fiducia e la capacità di ascolto generano senso, non solo efficienza.

🔹 Cosa rende unico questo approccio

  • Parte da uno stato di presenza consapevole per accogliere con lucidità bisogni espliciti e impliciti
  • Coinvolge attivamente le persone come co-autori del cambiamento
  • Integra emozioni, valori e cultura nel processo decisionale
  • Promuove soluzioni che risuonano con l’umano, non solo con la logica
  • Si adatta ai contesti, rispettando i tempi e le dinamiche reali dei gruppi e delle organizzazioni

🔍 Perché il mindful desing in azienda?

  • Genera esperienze lavorative più coinvolgenti, inclusive e sostenibili
  • Migliora la qualità dei processi interni, aumentando chiarezza, fiducia e collaborazione
  • Rafforza l’allineamento tra valori, scelte e comportamenti
  • Supporta l’innovazione culturale attraverso soluzioni progettate con e per le persone
  • Abilita un nuovo modo di disegnare pratiche, spazi e relazioni, partendo dall’ascolto

In un contesto che cambia, servono modelli che non solo funzionano, ma fanno bene.
Il mindful design con approccio humanity-centered è un modo per reinventare le organizzazioni a partire dall’umano, unendo efficacia e senso.

Umanesimo Digitale e AI for Social Good

La tecnologia deve servire le persone, non sostituirle. Con l’approccio AI4SG accompagniamo le aziende a integrare innovazione ed etica, costruendo fiducia e impatto positivo per la società.

Tecnologia al servizio delle persone, della cultura e del bene comune

Nel Metodo MLA, l’innovazione tecnologica è parte integrante dell’evoluzione organizzativa e non può essere separata da una riflessione etica e umana.
Parliamo di umanesimo digitale: un approccio che mette al centro le persone, la relazione, la dignità e l’impatto sociale delle scelte tecnologiche.

Non si tratta di opporre umanesimo e tecnologia, ma di integrarli. Significa chiedersi, ogni volta che si progetta o si adotta una soluzione tecnologica:
🔹 Questa tecnologia migliora o peggiora la qualità delle relazioni?
🔹 Potenzia o sostituisce le competenze umane?
🔹 Rende più giusta, inclusiva, consapevole l’organizzazione?

Nel nostro lavoro, accompagniamo le aziende a riflettere e agire su questi temi, usando il framework internazionale AI for Social Good (AI4SG): un insieme di linee guida pensate per garantire che l’Intelligenza Artificiale e le tecnologie emergenti siano al servizio del benessere collettivo e non solo dell’efficienza o del profitto.

Cos’è AI for Social Good (AI4SG)

AI4SG è un paradigma che orienta lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale verso finalità benefiche e trasformative. Si fonda su principi come:

  • Giustizia e inclusione
  • Trasparenza e spiegabilità
  • Partecipazione e controllo umano
  • Promozione della dignità e dei diritti
  • Sostenibilità e impatto positivo

In azienda, adottare questo approccio significa unire l’innovazione alla responsabilità, e contribuire attivamente a uno sviluppo tecnologico che migliora non solo i processi, ma anche la cultura organizzativa e sociale.

 

Perché portare l’umanesimo digitale in azienda

In un mondo in cui le tecnologie evolvono più in fretta della cultura, le aziende che si interrogano sull’impatto umano delle loro scelte sono quelle che costruiscono fiducia, reputazione e valore duraturo.

Un approccio human-centered permette di:

  • Guidare l’innovazione in modo consapevole, evitando derive disumanizzanti
  • Integrare le tecnologie con i valori e la cultura dell’organizzazione
  • Aumentare la qualità delle decisioni attraverso criteri etici condivisi
  • Attivare una nuova leadership capace di dialogare con la complessità tecnologica
  • Promuovere ambienti di lavoro in cui umanità e tecnologia si potenziano reciprocamente

In sintesi:
L’umanesimo digitale non è un limite all’innovazione. È ciò che la rende più saggia, più giusta e più capace di generare un impatto positivo reale, per le persone, per le organizzazioni e per la società.

Il cambiamento inizia da piccoli passi condivisi. Se vuoi immaginare insieme a noi nuove possibilità per la tua organizzazione, scrivici.

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